[PDF-ITA] Valerio Massimo Manfredi - L'armata perduta [TNT-Village]


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[PDF-ITA] Valerio Massimo Manfredi -  L'armata perduta  [TNT-Village] [Tntvillage.Scambioetico]

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L’ARMATA PERDUTA



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Il libro racconta, in forma romanzata, la vicenda della lunga marcia dei diecimila mercenari greci assoldati dal principe persiano Ciro il Giovane per tentare di detronizzare il fratello, Artaserse II: la storia dei diecimila è documentata nel IV secolo a.C. da Senofonte nell'Anabasi.

La storia viene vista attraverso gli occhi di Abira, una giovane donna che, per amore, seguirà l'armata dal suo villaggio nel nord della Siria fino a Cunassa, nelle vicinanze di Babilonia dove si svolge la battaglia che vedrà la vittoria sul campo dei greci ma anche la morte di Ciro, evento che rende impossibile il proseguimento della missione e costringe i mercenari ad intraprendere un durissimo viaggio di ritorno verso le coste del mar Nero.

Da notare che, sebbene l'armata fosse inizialmente formata da circa tredicimila soldati, essa è passata alla storia come "i Diecimila"; di questi solo seimila arriveranno alla fine dell'avventura.




SCHEDA

Autore: Valerio Massimo Manfredi
Titolo: L'armata perduta
Pagine: 250
Anno: 2007
Nazionalità: Italiano
Genere: ROMANZO STORICO
Dimensione del file: 1,10 MB
Formato del file: PDF




TRAMA

Nel villaggio di Beth Qadà, nel nord della Siria, tre ragazze (Abisag, Mermah ed Abira, la narratrice) assistono alla lapidazione di una straniera, appena arrivata, per un motivo che non riescono a conoscere. Nella notte per pietà e per curiosità le tre si ritrovano vicino al corpo della donna che tutti ritengono morta; ma non è così, la straniera è sopravvissuta e le tre la nascondono e la curano. Quando finalmente si riprende dice di chiamarsi Abira e di essere nativa proprio di quel villaggio da dove era fuggita anni prima per seguire un guerriero. Le ragazze incuriosite vogliono conoscere tutta la storia ed Abira inizia a raccontare la sua avventura.
Anche lei come loro andava tutti i giorni a attingere l'acqua dal pozzo e riteneva che la sua vita sarebbe stata simile a quella delle donne della zona: matrimonio combinato dai genitori, molti figli, nessuno svago e monotonia. Solo che un giorno era arrivato l'esercito di Ciro, e lei aveva conosciuto un giovane guerriero di nome Xeno innamorandosene perdutamente. Lui le chiese di seguirla ed Abira accettò fuggendo dal villaggio. Agli occhi dei suoi paesani era divenuta una traditrice in quanto aveva disonorato il suo futuro sposo e la sua famiglia e come tale sarebbe stata trattata se mai fosse ritornata.
Abira nei giorni seguenti venne a scoprire il piccolo universo che era quello di un esercito in marcia col suo seguito di servitori, mercanti e prostitute. Xeno era sì un guerriero ma il suo compito preciso era di tenere il diario del viaggio, infatti era soprannominato, con un po' di disprezzo, "lo scrittore".
Alle truppe era stato fatto credere inizialmente che la loro missione sarebbe stata di attaccare alcune tribù barbare che si erano ribellate. Col passare del tempo a tutti divenne chiaro, anche con il contributo di Xeno, il piano di Ciro: sconfiggere il fratello maggiore Artaserse e prenderne il posto sul trono del più grande impero del mondo. L'esercito di Ciro era formato da circa 100.000 asiatici al comando di Arieo e 13.000 greci guidati dallo spartano Klearchos; Ciro basava le sue speranze di vittoria soprattutto su di una parte di loro, i mitici "Mantelli Rossi", ossia spartani, considerati la più potente arma da guerra da quando 300 di loro fermarono un'immensa armata persiana alle Porte Ardenti (Termopili), ottant'anni prima.
Arrivati nella piana nei pressi del villaggio di Cunassa, si trovarono la strada per Babilonia bloccata da un esercito che li sovrastava numericamente. I “Diecimila” si schierarono all'ala destra; all'ultimo momento Ciro chiese loro di cambiare il piano di battaglia deciso, convergendo verso il centro dello schieramento avversario dove stava Artaserse, ma Klearchos non obbedì restando ligio a quanto deciso nella notte. I greci attaccarono l'ala sinistra persiana travolgendola ed inseguendola per lungo tratto. Quando a sera tornarono, pensando di aver vinto trovarono il campo di battaglia vuoto ed il corpo di Ciro impalato al centro, i persiani controllavano da lontano le loro mosse timorosi, nonostante la superiorità numerica, di doversi scontrare.
Dopo alcuni giorni di trattative si decise che i greci sarebbero potuti tornare indietro accompagnati da un esercito persiano guidato da Tissaferne che doveva recarsi in Lidia ad assumere la carica di satrapo in sostituzione di Ciro. I due eserciti iniziarono a risalire la valle del Tigri, mantenendosi a debita distanza, in quanto nessuno si fidava dell'altro; nonostante ciò quotidianamente avvenivano scontri tra reparti avversari. Per porre termine a tale stato di cose i persiani proposero un incontro a cui avrebbero dovuto presenziare tutti i comandanti più alti in grado. In realtà si trattava di un tranello e Klearchos con tutti i suoi generali vennero catturati. I persiani pensavano che senza capi l'armata greca sarebbe ben presto caduta nello scoramento e nella disorganizzazione divenendo una facile preda. Ma così non fu grazie a Xeno, al misterioso Sophos che fino ad allora era sempre stato al margine delle azioni, ma che si rivelò essere un ufficiale d'alto grado dell'esercito spartano in missione segreta, ed ad un pugno di altri guerrieri, i generali morti vennero sostituiti ed i persiani sconfitti duramente non appena tentarono di attaccare.
Nonostante ciò la situazione non era per nulla allegra per i 10.000, in quanto l'unica via possibile per tornare a casa era quella verso il nord ed i monti abitati dai feroci Kardachia, da cui mai nessun corpo militare era riuscito a tornare vivo. Tra le strette valli ed i gelidi passi montani la marcia dei greci si trasforma in un calvario continuamente attaccati dai Kardachi che, non osando sfidarli in campo aperto, li punzecchiavano con tattiche da guerriglia, fino a spingerli all'inguadabile fiume Kentrites che segnava il confine col regno dell'Armenia. Qui la sorte dell'armata greca sembra segnata: impossibilitati a proseguire, con un esercito persiano che li attendeva sull'altra sponda e coi Kardachi ora riunitisi in grande numero che minacciano di attaccarli quanto prima, sembrano destinato a fare la fine di coloro che precedentemente avevano provato ad avventurarsi su quei monti... annientati e scomparsi per sempre. Invece un colpo di fortuna: viene casualmente scoperto un guado pochi chilometri più a valle, che permette al grosso dell'esercito di passare il fiume e prendere alle spalle l'armata persiana sconfiggendola, mentre la retroguardia greca riesce a battere i montanari Kardachi impreparati a combattere una battaglia campale.
Il satrapo d'Armenia, Tirbaz, propone quindi un patto: avrebbero lasciato passare i greci permettendo loro di approvvigionarsi, in cambio non si sarebbero dovuto saccheggiare le terre ed i paesi attraversati. Sophos, che era stato nominato comandante supremo, accetta, e la marcia verso nord ed il Ponto Eusino (attuale Mar Nero) dove vi sono colonie greche, può riprendere.
Nel frattempo Abira, che ha imparato il greco, continua la sua storia d'amore con Xeno che la rende partecipe delle decisioni che la sua nuova posizione lo porta a dover prendere; lei è dubbiosa sui reali intenti dei persiani ma non riesce a convincere Xeno del pericolo. Durante il cammino Abira si è fatta carico di aiutare Lystra, una giovane prostituta incinta che il lenone aveva abbandonato e la missione di portare in salvo la vita della madre e del nascituro è divenuta per lei sempre più importante.
L'inverno è sopraggiunto e l'attraversamento del gelido altopiano armeno e delle catene montuose che lo intersecano si dimostra la prova più dura, quando finalmente arriveranno al mare si conteranno quasi 4000 morti ma di questi meno di 500 sono caduti in combattimento tutti gli altri per il freddo e gli stenti, e questo solo per ciò che riguarda i combattenti, di tutta la carovana che seguiva l'esercito nessuno sa dire quante persone siano scomparse.
Quindi continuano per lunghe settimane la loro avanzata verso settentrione. Durante una tappa arriva il momento per Lystra di partorire, purtroppo il parto va per le lunghe e quando l'esercito riprende la marcia il bambino non è ancora nato, Abira resta con la puerpera, all'addiaccio e sotto una tormenta di neve. Nonostante tutti i suoi sforzi ne la madre ne il figlio resistono alle terribili condizioni, quando finalmente Abira si rende conto che non ci sono più speranze e cerca di raggiungere l'armata, la tormenta ha cancellato ogni traccia e la giovane, sfinita crolla al suolo pensando che sia la fine anche per lei. Invece si risveglia all'accampamento, vicino a Xeno che le racconta che è stata trovata dalle sentinelle poco fuori dal campo. Lei ha come il ricordo di un sogno in cui un cavaliere, comparso dal nulla l'ha portata fin là, ma nessuno dice di averlo visto.
Quando arrivano sulle rive di un grande fiume che va verso est Xeno lo identifica (erroneamente) come il fiume Fasi che egli sa sboccare proprio nelle vicinanze della colonia greca di Trapezus (Trebisonda) e quindi propone di seguirne il corso. Nessuno degli altri generali è d'accordo, ma stranamente il comandante supremo, Sophos, gli da fiducia. Ma dopo parecchi giorni di marcia è evidente che il fiume continua ad andare verso est, anche Xeno è confuso ma Sophos non vuole modificare i suoi ordini. Tutti sono increduli ma l'unica che prova a capire realmente come mai Sophos, che si è sempre dimostrato un ottimo condottiero perseveri in un atteggiamento suicida, è Abira che con l'aiuto di alcune amiche riesce ad introdursi nella tenda di Sophos alla ricerca di qualche documento. Viene scoperta ma in seguito al suo gesto Sophos è costretto a confessare il ruolo impostogli dai governanti spartani che volevano aiutare Ciro (nel caso fosse riuscito a detronizzare il fratello) ma senza che si sapesse (nel caso Artaserse avesse sconfitto i ribelli) quindi l'armata avrebbe dovuto vincere con Ciro o essere annientata in caso di sconfitta. Si stava verificando invece una terza situazione che, per Sparta, era pericolosissima, cioè che l'armata tornasse indietro svelando il tradimento nei confronti del Gran Re; Sophos doveva impedire che ciò succedesse, anche a costo della propria vita. Messo di fronte alle proprie responsabilità Sophos capisce che non può tradire quegli uomini che ormai ama come figli e decide di condURLi alla salvezza anche se sa che questo significherà la sua morte. Riprendono perciò a marciare verso nord e dopo altre tribolazioni arrivano finalmente ad avvistare il mare, ed entrare in Trapezus.
L'avventura sembra finita, ma non è così, l'esercito viene spedito fino a Bisanzio dove viene fatto accampare all'esterno della città senza ordini e senza viveri. Sophos muore, quasi certamente avvelenato da sicari spartani, e Xeno assume il comando. Abira nota che però egli è cambiato, non è più l'audace sognatore di un tempo ed anche quando ha ricevuto notizie da Atene che i suoi genitori gli hanno trovato una moglie acconsente supinamente senza preoccuparsi di Abira.
L'armata viene assunta da un signorotto della Tracia che mira alla conquista di un piccolo regno, ma che all'atto pratico non paga il dovuto e dopo breve tempo l'esercito torna verso Bisanzio dove emissari spartani li contattano per entrare a far parte di un corpo di spedizione che Sparta sta allestendo per attaccare il loro vecchio nemico Tissafene; gli uomini accettano e quindi si recano fino al luogo di concentramento, non lontano da Sardi, la città da dove un paio di anni prima erano partiti. Qui giunti Xeno considera conclusa la sua opera e lascia l'esercito. Abira capisce che anche la loro storia è terminata e se ne va tornando al suo villaggio.
Il racconto di Abira termina qui, ma qualche notte dopo, in un'atmosfera irreale, dal vento del deserto compare un cavaliere con un candido mantello; è Menon, uno dei comandanti catturati dai persiani, l'unico che poteva riuscire a sfuggire loro. Da sempre innamorato di Abira aveva seguito le orme dell'armata, salvandola dalla tormenta ed ora veniva a riprenderla.
Il romanzo termina con Abisag e le amiche che osservano i due scomparire nella notte.




PERSONAGGI

* Abira è la protagonista e la voce narrante
* Abisag e Mermah sono due delle ragazzine che soccorrono Abira
* Xeno, nomignolo di Senofonte, giovane ateniese, arruolato nell'esercito di Ciro per scriverne il diario, ne diverrà il comandante
* Klearchos, spartano, comandante dei mercenari greci
* Agasìas, Aghias, Menon, Proxenos, Socrate generali dell'esercito greco che cadranno in mano ai persiani
* Arieo, comandante del contingente asiatico dell'esercito di Ciro
* Artaserse II, il Gran Re dei persiani
* Ciro, fratello di Artaserse e governatore della Lidia
* Kleanor, Timas, Xanthi, guerrieri greci, diverranno generali dopo la cattura dei vecchi comandanti
* Lystra, giovane prostituta al seguito dell'esercito
* Parisatis, regina di Persia, madre di Artaserse e Ciro
* Sophos, unico ufficiale regolare spartano nell'armata, ne diverrà il comandante supremo
* Tirbaz, satrapo d'Armenia
* Tissaferne, cognato di Artaserse, generale dell'esercito persiano, diverrà satrapo di Lidia dopo la battaglia di Cunassa
* Melissa, concubina di Ciro, in seguito amante di Kleanor




L'itinerario dell'armata greca:


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